Serata in Villa Torino - Vicenza Trasgressiva

Serata in Villa Torino - Vicenza Trasgressiva

Sono Natasha vi racconto l'ultima serata BDSM che ci sono stata, era in un Villa poco fuori di Torino, location molto suggestiva, elegante e allo stesso tempo macabra, luce soffuse, luce rosse, camino, fumo, gabbie, manette e si una bellissima croce di Sant'Andrea fatta in legno massiccio di quercia, al tato era ruvida e intensa, il suo odore forte e ambrato... Inizio la mia serata, testa alta, sguardo vuoto, privo sentimento, anzi no, un sentimento era ben presente, il disgusto. Disprezzavo gli uomini più loro si avvicinavano a me più provavo un senso di schifo, per i loro sguardi, il loro modo di fare, molesti e sporchi. Ogni uomo che si avvicinava a me rischiava di essere distrutto, mentalmente e fisicamente, cosi fu. Arriva lui un verme inutile, non mi rivolge la parola, fortunatamente sapeva stare a suo posto, si avvicina a me e si china con la testa bassa. Gli ordino di mettere anche le mani per terra, non solo i ginocchi, appena lui appoggia per terra la mano, gli salgo sopra con il mio tacco a spillo. Lui non si esprime, quindi decido di forzare ancora un po'... ed ecco che alza lo sguardo, un sguardo chiedendo pietà e al suo sguardo gli ho risposto con un sputo in faccia. Non esisteva alcun uomo in quel momento e in quel posto che mi avrebbe fatto provare pietà! Prendo in mano il suo guinzaglio che teneva libero e penzolante. Lo tiro verso una finestra grandissima "Alzati lurido verme inutile!!!" Lui si alza ed io con il mio frustino conduco le sue mani sul cornicione della finestra, lo faccio chinare leggermente, gli apro le gambe calciandolo sulle caviglie, inizio a frustarlo, le prime 5,6 frustate erano per riscaldarmi e per riscaldare la sua pelle. Appena la sua pelle era abbastanza rossa lo inizio a frustare sul serio, una serie di frustate continue, senza esitazione o interruzione, giravo il polso come quando giocavo a tennis, ma in mano anzi che una racchetta avevo una frusta da cavallo, destra, sinistra, destra, sinistra... ancora... ancora e ancora... rallento per qualche secondo, secondi che mi hanno permesso di guardarmi intorno rendendomi conto della massa di persone che si erano fermate a guardare lo spettacolo, sentivo i loro sguardi addosso, la cosa mi faceva arrabbiare ancora di più! Torno a frustare, con più cattiveria, più forza, più precisione, colpivo sempre gli stessi punti, fianco destro e fianco sinistro. Poi inizio a focalizzarmi su alcune immagine che avevo in mente, immagine che mi facevano male, immagine che al solo ricordo e pensiero mi facevano venire le lacrime agli occhi, non per tristezza ma per rabbia, odio. Sono bastate 3 frustate visualizzando quelle immagini nella mia mente per farlo crollare a terra, avevo il fiatone, non sapevo che fare, le persone intorno a me mi guardavano in attesa di una mia azione, mi avvicino a lui, piegato su se stesso a terra, su quel pavimento in cotto freddo e sporco, lui mi guarda e nulla, non provo nulla, dispiacere, pietà, pena, non provo assolutamente nulla. Resto a guardarlo per qualche secondo, con la frusta gli accarezzo il viso e poi faccio come per colpirlo in faccia ma lascio che la mia frusta si fermi qualche centimetro prima della sua pelle. Mi giro e me ne vado, senza voltarmi, senza guardarmi intorno, sguardo fisso e testa alta. Quella sera mi sono resa conto di quanto disprezzavo l'essere maschile, il mio non era sadismo, poiché non provavo alcun piacere nel infrangere del dolore, non ero masochista, non so definire ciò che stavo diventato, poiché non provavo nulla. Ne gioia, ne tristezza, non mi vantavo ne mi pentivo. E' stata una serata diversa, credevo di giocare e divertirmi frustando e umiliando gli schiavi che venivano da me, ma non è stato cosi, c'era trappa rabbia, troppo odio per dare spazio al gioco, al divertimento.

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